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08
Giugno
2013

Casanova: di chiese e di case

Alvar Gonzalès - Palacios

L 'aria era rorida fra i finestroni da cui appena intravedevi il cielo ; la città era lontana e cupa , come notte di giorno ; una luce opaca non chiusa da specchi , in continuo movimento . Immense masse dipinte , finti cieli colmi di nuvole e di aria immota . Il bianco era solo , il nero appena esisteva , pochi i colori .Azzuri , cinabri , ori , verdi non esistevano ancora ma le forme erano complesse , morbide , ignovanano la geometria . Bellezza affetuosa di una foresta senza foglie , un ' architettura indirizzata a Dio ; non conosceva le forme astratte , tutto era frutto di un disegno intricato , quasi ignoti ricamatori che avessero tradotto in pietra i fiori di un tessuto islamico . Cerchi, tondi, curve , nulla era appuntito , tutto femmineo e privo di qualunque virile aggressività . Il vento non esiste ma solo brezze delicate avvolte in profumi dolciastri , essenze d ' oriente bruciate per secoli ; ecco , quel che resta delle cenere . Di colpo irruppe la luna , senza ali , senza luce , la sola ombra della sua non luce , vene pietrificate dove non scorre più alcun liquido . La perfetta simmetria dell ' ordine costituito è infranta . Gli angoli si scheggiano , il mare si coagula nell ' incenso denso e profondo . Lontano si sentono cantici che intonano la gloria sempiterna di Dio. L ' acqua e la luce si confondono a generare arcobaleni dalle infinite cromie , un colore sparisce nel suo opposto creando nuove tinte e nuove luci . Di lì a poco sentimmo una musica allegra e fragile e tutto divenne osanna e gaudio . Il nome che porta lo costringe ad essere perennemente innamorato , la luce e i colori restano risposte ovvie . Dietro le idee di queste astrazioni qualcosa lo seduce ma sopratutto è invaghito di stanze vuote , di spazi abbandonati , di ambienti immensi dove il suo corpo vola e si confonde nella polvere traslucida che galleggia sopra l 'aria che respira . I fogli che qui si espongono , pur conservando un loro intoccato mistero , sembrano aver raggiunto uno stato serafico : non parlo di calma , perchè calma esisteva già nel deserto brullo e nitido di epoche preterite . E ' avvenuta una distillazione , un concentrarsi nella propria essenza lirica o un aprirsi gioioso nella solitudine del tutto ? Ovunque si ripetono certi stilemi : fessure immense , finestre chiuse sul nulla , stanze aperte a vivere di malinconia . Il fragore del passato rimbomba con una tristezza struggente non più universale ma solo privata . Cenni di figure , pochi elementi dell ' antica sintassi, rifiuto incauto della prospettiva , perchè ? Tutto porta al precipizio e come le scale di un genio di tre secoli fa , l ' una confusa nell ' altra , finiscono nel vuoto , a precipizio , appunto . Il calcolo è sempre errato , le regole servono ancora . Eppure ogni sorride vagamente , spezzoni di idee , frammenti strappati dal loro contesto abituale che assumono significanti inquietanti . Tutto sta a denotare una congenita vulnerabilità , una fralezza dell ' anima , un rifugiarsi nei simboli e nella luce per scappare alla monotonia di ogni giorno . Accogliamo la novità di ciò che altri già sapevano senza sorpresa . Ritratti di case : non più la natura in libertà , non più imposizioni dell ' anima , non più forze eterne al di sopra di noi . Ora preme il resoconto della vita di altri , oggetti di cui poco sappiamo e molto intuiamo. Il segreto consiste nel far capire a chi guarda ciò che non necessariamente capirebbe da solo , un ' immedesimazione in storie altrui che indoviniamo ma di cui tutto ignoriamo . Scrupoli , che stiamo facendo qui ? Abbiamo il diritto di intervenire in questi scenari vuoti ? Lo sono di persone ma non delle cose scelte da loro . Dobbiamo avvicinarsi in silenzio , non dico con rispetto , chè nessuno rispetta nulla , ma attenti a non turbare un ritmo non nostro , rischiamo di intorbidire l 'aria . Forse come in un tempio orientale occorrerebbe il suono scintillante dei cembali a purificare l ' atmosfera , a liberarla da sovrapposizioni malefiche . Mi rendo conto che questo rito liberatorio è indispensabile ovunque , sia nelle chiese sia dove viviamo sia ,addiritura , nel sogno . Dicembre 2004