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24
Aprile
2016

La passione e la devozione secondo Philippe Casanova (Simone Andreoni / Stileclettico)

L' arte di Philippe Casanova sembra essere animata dal desiderio di concilliare quell' ombrosa quiete delle chiese e delle residenze antiche del centro di Roma, che si respira in special modo tra il mezzodi e il crepuscolo, con quell' estasi che si prova osservando il sole nel momento in cui, superando il suo zenit, corre a rintanarsi negli edifici cittadini portando un improvviso, fulgente afflato di vita che cambia completamente la loro percezione.

Nei suoi dipinti la passione, lo slancio fideistico e l' intellettualizzazione si inseguono, si compenetrano e si sublimano l' uno nell' altro, rispecchiando cosi - in un certo qual modo - la personalità del suo autore. Un pittore incline alla fastosità come un seicentista e dotato allo stesso tempo di infuocate capacità espressive; tendenze che concilia perfettamente nella sua rigorosa interpretazione delle architetture sacre e profane, temperata tuttavia dai suoi amati contrasti forti fra i chiari e gli scuri. Che risultano particolarmente d' impatto se osservati al crepuscolo, quando le condizioni atmosferiche reali amplificano quelle rappresentate.

Il migliore equilibrio fra gli orientamenti del suo gusto si può individuare massimamente nell' Estasi di San Filippo Neri alla Chiesa Nuova, commissionatagli dagli Oratoriani.

La luce che si diffonde da sinistra è la guida del nostro occhio nell discernimento dell' evento miracoloso, essendone parte viva e integrante. Al suo passaggio, infatti, tutto cambia: non abbiamo più le sculture degli angeli e la tela di Sebastiano Conca nel medaglione al di sopra dell' arco che dà sulla cappella della Visitazione, ma creature reali in trepidente movimento verso Dio.

L' estasi risulta cosi superata in un autentica assunzione temporanea in cielo, come accadde già alla Maddalena.

Tutto questo avviene in una chiesa vuota. Solo nel silenzio, solo nella quieta ombrosa - dell' ambiente o del cuore - può avvenire l' autentico incontro mistico dell' uomo con l' Incommensurabile.

Dove finisce l' arte e dove commincia la vita tra queste pennellate, allora? Nello sguardo del fedele, potremmo rispondere; sempre che abbia la fede necessaria per poter comparticipare, con i sensi e con la ragione, emozionandosi e pregando, a questo evento sacro.

Una simile impostazione, cosi evidentemente cara all' artista eppure capace perfino di sorprendere nelle sue manifestazione più riuscite, si rivela senz' altro interessante.

Simone Andreoni